Campobasso - "Nelle regioni sottoposte al commissariamento del sistema sanitario, si determina una situazione penalizzante per i cittadini e paradossale per la tenuta della spesa pubblica. A causa delle diffide delle strutture tecniche commissariali di nomina ministeriale e dei rilievi delle competenti sezioni giurisdizionali della Corte dei conti, si assume un’interpretazione restrittiva sull’erogazione dei livelli essenziali di assistenza nelle prestazioni socio-sanitarie con l’obiettivo di contenere i costi e ripianare i disavanzi sanitari. Ne consegue che i pazienti in trattamento sul territorio affetti da patologie psichiatriche, Alzheimer o da altre disabilità, in carenza di prestazioni terapeutiche socio-sanitarie sul territorio, rischiano la riacutizzazione delle patologie con conseguente ricovero ospedaliero. Il paradosso di questo approccio tecnico di corto respiro è che si riduce la medicina territoriale in favore dell’ospedalizzazione con danni per i pazienti e costi più alti per la pubblica amministrazione.
	Nello specifico per il settore delle Politiche sociali si determina l’insostenibilità di farsi carico finanziariamente della totalità delle prestazioni socio-sanitarie, a causa dei limitatissimi trasferimenti nazionali che a titolo esemplificativo ammontano per il Molise a 570 milioni annui per la sanità e a 2,1 milioni di euro per il sociale.
	Considerate le esigenze dei 136 comuni del Molise organizzati in 7 Ambiti territoriali di zona e tenuto conto dell’incidenza di alcune voci, quali il rimborso ai comuni per le rette in favore degli istituti che accolgono i minori a seguito di decisioni dell’autorità giudiziaria, è materialmente impossibile fronteggiare con 2,1 milioni di euro annui il mantenimento di tutte le prestazioni socio-sanitarie erogate ai cittadini senza una compartecipazione a carico del Fondo sanitario nazionale"