Processo "Shanti", condannati gli imputati

Cade l'accusa di riduzione in schiavitù

Giuseppe Leone
31/01/2015
Cronaca
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Campobasso - E' arrivata nel pomeriggio di ieri la sentenza di primo grado del processo denominato "Shanti", e in un certo modo ci sono sorprese. Cade per gli imputati l'accusa di riduzione in schiavitù delle ragazze straniere che si prostituivano nei locali notturni dell'Hinterland di Campobasso, come aveva chiesto il Pm in sede di requisitoria lo scorso 13 gennaio, e questo ha di fatto determinato delle condanne praticamente dimezzate rispetto a quelle richieste dalla Pubblica Accusa.

Nel dettaglio cinque anni e sei mesi ad Angelo Carpino (il Pm ne aveva chiesti 12), quattro anni e sei mesi per Aldo Setaro (8 era la richiesta del Pm), mentre cinque anni e tre mesi è la pena inflitta a Liliaka Kopiec, infine due anni e sei mesi a Michele Pasqualone.

Come si sa i fatti, risalenti al giugno del 2010, fecero molto scalpore quando dopo una lunga e laboriosa indagine con la coordinazione della direzione distrettuale antimafia di Campobasso si arrivò all'arreso degli imputati con l'accusa di sfruttare nei locali notturni giovani ragazze provenienti dall'est europa, convinte a venire in Italia con l'illusione di un lavoro dignitoso e con la speranza di migliorare la propria situazione personale. Tre degli imputati hanno scelto il rito abbreviato e per loro il processo si è chiuso con delle condanne nel dicembre del 2011.

 

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