L’isolamento forzato che stiamo vivendo in questo periodo per cercare di arginare il contagio del Coronavirus è sicuramente un inedito nella storia recente, ma non per quei diversi autori che nel corso degli anni hanno parlato di virus, pandemie ed epidemie nei propri lavori appartenenti alla letteratura, al cinema e anche ai fumetti. Un alunno dell’Istituto Cuoco, Pio Luciano Di Giorgio della 4°B, ha deciso di raccogliere e commentare alcune avventure di Dylan Dog, il celebre protagonista della famosa serie horror italiana, in cui l’Indagatore dell’Incubo ha incrociato più volte un po’ di epidemie: nemici infimi e invisibili che hanno messo a dura prova l’ex agente di Scotland Yard.
Vediamo se nelle strisce del fumetto sono esistiti virus peggiori del coronavirus…. E scopriremo che anche il mondo del fumetto partecipa al movimento #iorestoacasa: Tiziano Sclavi, il “papà” di Dylan Dog, è intervenuto durante la pandemia di Coronavirus lanciando un messaggio ai lettori della serie in una tavola esclusiva.
“Come sempre, - scrive il ragazzo - non senza un pizzico di ironia, Dylan ci ricorda che anche nel più oscuro degli incubi si riesce ad intravedere un barlume di speranza. Anche questa volta ce la faremo!”
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Dylan Dog e il killer invisibile
di Pio Luciano Di Giorgio | Classe 4^ sez. B | Istituto Professionale di Stato “Vincenzo Cuoco”Creato dalla penna dello scrittore Tiziano Sclavi ed elaborato graficamente dal fumettista Claudio Villa, Dylan Dog è il celebre protagonista di una serie horror italiana. Pubblicate a partire dal 1986 da Sergio Bonelli Editore (all’epoca Daim Press), le avventure di Dylan hanno alternato l’orrore tradizionale con numerosi “omaggi” ai mostri classici, allo splatter moderno, ma anche al giallo, al surreale e al fantastico in genere, evolvendosi, nel corso degli anni, verso una sorta di “sophisticated horror comedy”.
Dylan è un ex agente di Scotland Yard, ha un passato misterioso, di cui si sa ben poco, e anche quel poco è avvolto in una dimensione onirica e surreale. Non a caso il sogno (o meglio l’incubo) e tutto ciò che sembra essere al di là della realtà sono i suoi interessi personali e professionali. A lui si rivolgono persone colpite o anche solo sfiorate dall’ala nera del soprannaturale: una donna che ha visto un morto risorgere dalla tomba e diventare uno zombi, un uomo ossessionato dagli spettri, una ragazza il cui fidanzato è stato ucciso da un mostro tentacolare… insomma, persone a cui la polizia non crede e che spesso rischierebbero di scivolare nella follia se non trovassero qualcuno disposto ad ascoltarle e ad aiutarle. Questo qualcuno è Dylan Dog, l’unico “Indagatore dell'Incubo” del mondo.
Dylan, a differenza di tanti, non rifiuta l’ignoto ma tenta anzi di penetrarlo e comprenderlo, specialmente quando il mistero e l’orrore si celano nel profondo dell’inconscio.
Le sue avventure si svolgono ai nostri giorni, quasi sempre a Londra o comunque nel Regno Unito, e comprendono praticamente tutti gli aspetti del fantastico. Spesso, però, i racconti di fantasia costituiscono un pretesto per affrontare tematiche sociali di attualità, purtroppo reali, quali l’emarginazione, le dipendenze, il razzismo, la violenza e i soprusi del potere. Non mancano sconfinamenti in territorio distopico: dalla fantapolitica agli scenari post-apocalittici, dalle catastrofi planetarie alle epidemie che minacciano l’estinzione della razza umana.
Quest’ultimo “nemico”, infimo ed invisibile, ha incrociato più volte il destino dell’Indagatore dell’Incubo e, in questo periodo di quarantena forzata a causa dell’emergenza Coronavirus, sta tornando con prepotenza portandoci a riscoprire gli albi datati e ad apprezzare le tavole inedite realizzate per sensibilizzare e responsabilizzare i lettori della serie.