Campobasso - Non si placa la polemica che sta accompagnando, la costruzione delle centrali a biomasse di Campochiaro e San Polo Matese. Dopo le assicurazioni fornite due giorni fa dalla società Civitas, sul rinvio dell'inizio lavori, ieri mattina c'è stato il colpo di scena, le ruspe, i mezzi e gli operai della ditta dell'ingegner Luca di Domenico, intorno alle 5 del mattino sono entrati nel cantiere scortati dalla Polizia e gli appena 3 cittadini rimasti a presidiare la zona, non hanno potuto far nulla per imperdirlo.
Nelle ore successive, cittadini dei comuni limitrofi si sono riversati nell'area del cantiere improvvisando una manifestazione di protesta che ha raggiunto il suo culmine intorno alle 16, quando è finito il turno di lavoro degli operai. Verso le 17 sono poi arrivati anche il Senatore Ulisse Di Giacomo, i consiglieri regionali di opposizione Angela Fusco Perrella, Michele Iorio e Antonio Federico che hanno espresso solidarietà ai cittadini, anche se l'atteggiamento di questi ultimi, almeno verso i primi tre è stato piuttosto freddo.
In particolare l'ex governatore dichiara:"Il Consiglio regionale, che è organo secondo a nessuno, ha detto chiaramente che l’autorizzazione va annullata e dunque il presidente Frattura dal mio punto di vista deve bloccare subito la realizzazione della centrale. Si parla spesso di conflitti di interesse, ed esistono dei limiti che riguardano la tranquillità dei cittadini, ci deve essere una amministrazione terza rispetto a queste valutazioni. Per questi motivi Frattura ha il dovere di fare chiarezza, bisogna stare attenti a far rispettare la legge".
Nel frattempo esce dal silenzio nel quale si era rifugiato anche il presidente della Regione Paolo di Laura Frattura, che nella serata di ieri, in una lunga nota ha affermato: "Per chiarezza, il silenzio, la latitanza, tutto quanto rinfacciato al sottoscritto in questi giorni, sono dovuti soltanto a qualche motivo di salute che mi auguro di superare al più presto. I sindaci dei comuni matesini mi chiedono di bloccare le autorizzazioni per la realizzazione di una centrale a biomassa di 0.999 MWe rilasciate a seguito del parere favorevole espresso in Conferenza dei servizi dalla Provincia di Campobasso, dall’Arpa Molise e dai Servizi regionali di valutazione ambientale, biodiversità e sviluppo sostenibile e tutela ambientale. Questi soggetti, tutti, hanno espresso parere favorevole all’impianto. Malgrado questo, ora si prova ad ignorare che un minuto dopo l’approvazione da parte del Consiglio regionale della mozione che mi impegnava a provvedere per l’annullamento delle autorizzazioni ho interpellato il dirigente del Servizio energia della Regione Molise affinché si attivasse sulla vicenda. Dando atto al dirigente della tempestività e della professionalità dimostrate, la risposta è arrivata in tempi altrettanto, anzi, straordinariamente celeri. Noi per primi, anche e forse soprattutto come padri di figli che si vorrebbe veder crescere e diventare adulti a casa propria, perseguiamo l’idea di uno sviluppo compatibile con il nostro ambiente, patrimonio che intendiamo tutelare e valorizzare con i fatti non con i divieti a prescindere.
Prima di tutto per noi viene il rispetto della legge, la sola che tutela i cittadini e la loro salute, e nel rispetto della legge ci stiamo muovendo, tutti, per trovare una soluzione che però non metta la Regione nelle condizioni di caricarsi di decisioni che spettano anche ad altri. Non mi sono candidato né sono stato eletto per lasciare a chicchessia la possibilità di mettere sotto scacco l’ente che mi onoro di guidare. Questo sia chiaro a tutti. Chi governa ha il dovere di assumersi la responsabilità di governare: qualora l’ufficio competente mi indicherà anche un solo motivo, un solo cavillo, per bloccare le autorizzazioni in questione non avrò la benché minima remora a farlo. Lo farò, ancorché – e lo preciso agli amministratori che mi hanno diffidato – la facoltà sia in capo, come indicato anche dal dirigente regionale, ai soggetti che hanno autorizzato.
Ci fa specie vedere il centrodestra, oggi minoranza in Consiglio regionale, che per anni ha amministrato, e tutti sappiamo come, la nostra Regione, sbracciarsi al fianco dei manifestanti. Ci fa specie ancora di più vedere l’ex governatore Michele Iorio vestire i panni dell’ambientalista dell’ultim’ora. Tanto per esercitare la memoria prima mia e poi degli altri, con delibera n.60 il 4 febbraio 2011 Michele Iorio approvava, con i suoi assessori, compresa la consigliera Angiolina Fusco Perrella, altra estemporanea paladina della difesa dell’aria matesina, l’incremento di dotazione finanziaria con contestuale approvazione di graduatoria per progetti di impresa innovativa, tra questi la società Di Zio Costruzioni Meccaniche spa per la realizzazione di una centrale di produzione di energia elettrica da biomassa a ciclo ibrido combinato da 10MWe alimentata a pollina ed etanolo. Il megaimpianto che, misteri di una informazione che ricerca in ogni dove presunti conflitti di interessi, oggi fa molto meno notizia del ben più piccolo impianto da 0,999.
Dunque, sebbene sia forte e convinta la tentazione di ignorare certe virate lontane dalla correttezza e dall’etica che pure gli amministratori dovrebbero porre a fondamento dell’alto incarico ricevuto dai cittadini, il momento della chiarezza, di una valutazione di principio, se preferiamo, sulla centrale a biomassa in costruzione nel nucleo industriale di Campochiaro è arrivato. Nulla di più comodo che fermarsi e arrestare ogni possibile processo di sviluppo e lavoro nel nostro Molise, parando la propria inadeguatezza in termini di programmazione e gestione dietro le nobili bandiere della tutela ambientale. Nulla di più semplice che assecondare l’onda di un’indignazione legata a slogan di ambientalismo spicciolo privi di qualsiasi sostanza, studio e approfondimento, senza ingegnarsi, preoccuparsi, muoversi per dare un futuro di competitività e crescita al nostro territorio. Nulla di più facile che mettersi a capo di una protesta popolare, che, per quanto lecita e legittima e per questo da rispettare e considerare, non si sofferma su dati oggettivi ma si concentra su inesistenti spettri futuri. Potremmo farlo anche noi, accusati di indifferenza e assenza. Potremmo anche noi seguire l’esempio di certi presidenti di Provincia, l’ente, lo ricordiamo, che ha espresso parere favorevole alla centrale oggi rinnegata. Potremmo fare come Rosario De Matteis, che, scevro di qualsiasi forma di coraggio nella difesa di vecchie scelte e decisioni, recupera adesso un insolito coraggio di facciata per smentire se stesso. Parafrasando Don Abbondio, se uno il coraggio della coerenza e della lealtà non ce l’ha non se lo può dare. “Non so se il riso o la pietà prevale”, direbbe Leopardi.
Tutto questo a chi abbia ancora un po’ di buon senso e desiderio di arricchire di opportunità il nostro Molise è già abbastanza per capire, tutti insieme, se e in che modo vogliamo creare le condizioni di crescita per il nostro territorio e per i nostri figli oppure arrenderci, tirando i remi in barca. In quell’area, dove da sempre gravitano imponenti impianti produttivi, per le cui difficoltà siamo tacciati, spesso crocifissi, di inerzia, possiamo fermarci e non andare avanti, ma non lamentiamoci poi che in Molise non c’è lavoro. Il lavoro lo si crea seguendo la norma non gli slogan che qualche amministratore, il cui tempo è bell’e scaduto, cavalca sapendo di nuocere soltanto al domani del Molise e dei molisani. È con il rispetto delle regole che si tutela l’ambiente"