Campobasso - Nella lista dei politici, magistrati e alti funzionari pubblici nel mirino dei neoterroristi neri, (pubblicata sul sito del quotidiano La Repubblica) arrestati in seguito all'inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica dell'Aquila, erano finiti anche i molisani Paolo di Laura Frattura governatore del Molise e il presidente del Consiglio Regionale Vincenzo Niro.
E' quanto emerge dalle ultime novità dell'inchiesta sul terrorismo nero, che nella giornata di ieri ha visto 14 persone finire in carcere, mentre altre 41 risultano indagate con l'accusa di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico, associazione finalizzata al'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, religiosi e tentata rapina. La lista con i nomi è stata trovata nell’abitazione di Luigi Di Menno, uno dei capi dell'organizzazione che si rifaceva al disciolto Ordine Nuovo, durante l’operazione antiterrorismo condotta dai Carabinieri del Ros.
L'organizzazione, secondo quanto accertato dagli inquirenti attraverso intercettazioni telefoniche e pedinamenti, avrebbe elaborato un piano con l'obiettivo dichiarato di minare la stabilità sociale attraverso il compimento di atti violenti nei confronti di obiettivi istituzionali quali Prefetture, Questure e Uffici di Equitalia e previsto, in un secondo momento, di partecipare alle elezioni politiche con un proprio partito, e si serviva anche dei social network per reclutare nuove leve e fare proseliti.
Nel tardo pomeriggio è arrivato anche il commento del presidente della regione sulla vicenda, il quale ha affermato: "Di fronte alla naturale e umana impressione derivante dall’apprendere che le istituzioni molisane, come quelle di Abruzzo e Marche, sono state considerate potenziali bersagli della violenza del gruppo eversivo neofascista, un’impressione di portata generale, poiché legata all’esistenza stessa del nucleo terroristico, resta la serenità che accompagna ogni nostra azione quotidiana. Non abbiamo mai registrato minacce di tale calibro e di certo non muteremo le nostre abitudini e la nostra condotta tutte improntate alla normalità. In questo momento la prudenza guida ogni commento e ogni reazione in attesa che la magistratura concluda l’inchiesta. Intanto, un ringraziamento sentito alle forze dell’ordine e agli inquirenti che hanno stroncato l’esistenza del gruppo neofascista”.