Sono qui a raccontarvi, per l’ennesima volta, quanto è difficile svolgere il ruolo di consigliere di minoranza in un Comune dove alberga l'arroganza nella testa di chi, pro tempore, sta in maggioranza.
Questa mattina, come spesso faccio, mi sono diretto in municipio, nell’ufficio di ragioneria, per prendere visione di un capitolo di bilancio: volevo verificare alcune spese del Comune.
Il vicesindaco Antonio di Pardo mi segue, entra nell’ufficio e con voce alta interrompe la mia attività , intromettendosi tra me e il funzionario.
Gli ho ricordato che sono un amministratore, che stavo svolgendo il mio compito istituzionale, che il mio interlocutore naturale era il funzionario amministrativo e che non era corretto intralciare la mia attività .
Il vicesindaco Antonio di Pardo, con fare minaccioso, mi ha urlato che dovevo stare zitto, col dito puntato. E ha aggiunto, rivolto al funzionario: "fagli fare la domanda e poi abbiamo un mese per valutare".
Gli ho chiesto di abbassare la voce e di non intralciare gli uffici.
I toni si sono accesi al punto che un dipendente comunale si è messo tra me e il vicesindaco per evitare che il diverbio verbale degenerasse.
Purtroppo questo episodio non è un caso isolato.
La giunta in carica è espressione di una MINORANZA di ELETTORI, ma non accetta alcuna proposta e non tollera alcun controllo. Intendono il mandato come delega non al governo ma al comando.
Avverto il dovere morale di oppormi a tutto questo.
Il mio compito è innanzitutto di controllo e vigilanza, a garanzia di tutti i cittadini.
Non mi lascerò intimidire.
Se verrò ostacolato un’altra volta non esiterò a chiamare i carabinieri.