Campobasso - Il Molise risponde presente all'appello lanciato dai sindacati, che si sono mobilitati questa mattina per reclamare a voce alta il lavoro che non c'è. Oltre cinquemila i partecipanti, ma come sempre in questi casi c'è chi alza il numero, che si sono riversati per le strade di Campobasso, sfilando in corteo da Piazza San Francesco, fino alla centralissima Piazza Pepe dove si è tenuto il comizio finale delle organizzazioni sindacali. Non sono mancati ovviamente anche i politici soprattutto del Pd e dei partiti di sinistra, oltre che i presidenti delle Province di Campobasso e Isernia, molti sindaci e amministratori locali.
Presente fin dall'inizio della manifestazione, Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, che ha sfilato in corteo con i lavoratori e i disoccupati, e che ha chiuso la manifestazione dal palco allestito in Piazza Prefettura.
"Bisogna essere orgogliosi di questa piazza - ha detto - perché questa piazza dice che il Molise non si rassegna all’idea che non ci sia possibilità di avere lavoro, e soprattutto non si rassegna a vedere un sistema sgretolarsi giorno dopo giorno. Da qui il Molise alza la sua voce, perché se non si parla di lavoro non si parla delle persone, della loro dignità e della loro vita. E’ vero quella che stiamo attraversando è la peggiore crisi che l’Italia abbia mai vissuto, ma ciò non può essere l’alibi per parlare d’altro, la crisi va contrastata”. Successivamente si è rivolta al premier Renzi e al governatore Frattura ricordando le crisi aziendali di Gam, Zuccherificio e Ittierre: "Non faccia il decreto sulla cassa integrazione in deroga, il Governo non condanni questa regione e altre regioni a dover procedere ad altri licenziamenti. Quella legge non produrrà risparmi, ma giocherà esclusivamente con il reddito di migliaia e migliaia di lavoratori e con il destino di tante famiglie". Infine un duro attacco alle legge Fornero sulle pensioni "che ha condannato migliaia di lavoratori a vivere da un giorno all'altro nel dubbio e nell'incertezza per un numero imprecisato di anni senza rendersi conto dei danni che si stavano creando".

