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Codice degli appalti, Occhionero: bene il piano Colao, ci vogliono poche regole e semplici

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Il codice degli appalti va semplificato e riscritto. In questa direzione  è importante quanto fatto dal piano Colao.
 
È il pensiero di Italia Viva espresso dalla parlamentare Giuseppina Occhionero in una nota che spiega l'azione del partito renziano.
 
" Noi di Italia Viva da tempo sosteniamo la necessità di una revisione integrale del codice degli appalti. Ben venga quindi il piano Colao, che sotto questo profilo riprende tutti i nostri spunti. Un Codice che appare ormai insoddisfacente a tutti: dai funzionari pubblici agli imprenditori, dagli avvocati ai giudici fino ai professori universitari, si registra un consenso pressoché unanime verso le sue profonde modifiche. Lo stesso legislatore mostra ormai di considerare questo farraginoso e pachidemico articolato più  un intralcio che altro: lo testimoniano le sempre più frequenti disposizioni di deroga che piano piano stanno configurando l' applicazione del Codice più come un' eccezione che come una regola. Mi chiedo che senso abbia tutto questo". 
 
La componente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera aggiunge: "il Parlamento deve assumersi la sua responsabilità di fronte a un' esigenza ormai indifferibile nell'ottica del rilancio del paese. Occorre sbloccare le opere pubbliche , ridare all' Italia una politica infrastrutturale degna di questo nome, consentire alle imprese che lavorano con la pubblica amministrazione di realizzare le commesse anziché perdersi nei meandri del Tar, permettere ai funzionari amministrativi di lavorare senza la paura della firma legata all' applicazione di testi imperscrutabili.
 
Per fare questo propongo l' abrogazione del Codice vigente ormai non più " restaurabile" se non a prezzo di ulteriori complicazioni e l' adozione di un nuovo Codice che si limiti a poche regole semplici e chiare, nella misura strettamente indispensabile al rispetto dei vincoli europei. Un po'  come fece a suo tempo la Gran Bretagna. Senza ripetere gli errori del passato, no al gold plating, no ai bizantinismi burocratici, sì a una disciplina che permetta davvero al Paese di ripartire e magari di avviarci verso un' economia sostenibile e rispettosa dell'ambiente".
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