Roma - Il governo ha dato ufficialmente il via alla riforma del Catasto con il varo in Consiglio dei ministri della versione definitiva del decreto legislativo che riattiva le Commissioni censuarie, primo passo per la revisione completa dei meccanismi si valutazione (e quindi anche di tassazione) degli immobili.
Le Commissioni censuarie, introdotte in Italia nel lontano 1886, in seguito alla definizione del primo assetto fiscale del Paese, sono tuttora esistenti, anche se di fatto in disarmo. In molti casi, infatti, non si riuniscono più magari anche da 15 anni. Una volta entrata in vigore la riforma, il compito delle commissioni sarà quello di definire i nuovi valori da utilizzare per gli estimi catastali, stabilendo il valore medio ordinario di tutti gli immobili attraverso l’elaborazione di un coefficiente che terrà conto della qualità del manufatto, della sua collocazione, dell’anno di costruzione, dello stato conservativo degli immobili e dei valori immobiliari della zona di cui fa parte. In particolare, il nuovo valore degli immobili in futuro sarà calcolato non più sul numero dei vani ma metri quadri.
Poi partirà il censimento dei circa 62 milioni di immobili italiani, anche con l'obiettivo, come specificato nella delega, di fare emergere le case fantasma ancora sconosciute al fisco, che non sono poche a quanto sembra.

