Campobasso - Pochi giorni fa il TAR Molise stabiliva, dando torto al Codacons promotore del ricorso, che l'ampliamento della discarica di Montagano si poteva realizzare, in base alla delibera emanata numero 714 del 2013 emanata dalla Giunta Regionale del Molise, che stanziava 2,5 milioni per la realizzazione dei lavori.
Oggi però, tramite una nota stampa, l'avvocato Massimo Romano curatore del ricorso presentato dal Codacons, ha annunciato che ricorrerà al Consiglio di Stato, in quanto: "Contrariamente a quanto dichiarato dal presidente della Regione e dall’assessore al ramo, il Giudice amministrativo non è entrato nel merito della questione ma si è limitato, invece, a dichiarare una presunta carenza di interesse del Codacons senza invece confermare né la correttezza né la bontà della scelta di ampliamento dell’impianto, come affermato nel comunicato stampa da Frattura e Facciolla che in modo del tutto inappropriato hanno parlato addirittura di sentenza esemplare".
L'attenzione dei ricorrenti era rivolta alla tutela dell'ambiente; concreto è il rischio che nell'impianto di Montagano che sorge a pochissima distanza del fiume Biferno, una volta eseguito l'ampliamento, vengano smaltiti anche rifiuti provenienti da altre regioni visto che a regime l'impianto riuscirebbe a trattare quantità superiori a quelle prodotte nell'intero territorio regionale, a questo bisogna anche aggiungere che la scelta di eseguire l'ampliamento è stata presa dalla Giunta Regionale, senza il minimo coinvolgimento dei cittadini della zona, in assenza di Valutazione di Impatto Ambientale e con un finanziamento di 10 milioni di Euro a carico dei contribuenti, di 7,5 a carico della Comunità Montana "Molise Centrale", ente che tra l'altro risulta commissariato e in base alla normativa che ne ha avviato la soppressione è in via di liquidazione.

