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Crisi economica, il sud rischia la desertificazione

Desolante il rapporto dello Svimez

La redazione
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Campobasso - Sembra davvero senza uscita la crisi che ormai da anni sta coinvolgendo l'Italia e il meridione in particolare. Il rapporto dello Svimez sulla situazione economica e sociale del sud Italia è impietoso e parla di rischio desertificazione, non ambientale ci mancherebbe, ma economica. Molte le cause del declino individuate dall'istituto nel suo studio.

Quasi 600 mila posti di lavoro bruciati nel quinquennio 2008-2013 al Sud dove si scende sotto i 6 milioni di occupati, a quota 5,8 milioni, il livello più basso almeno dal 1977 quando iniziano le serie storiche. Nessun segno di miglioramento anche nei mesi seguenti: nel primo trimestre del 2014 il Sud ha perso 170 mila posti di lavoro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, contro meno 41 mila nel Centro-Nord. Un Sud, dunque, a rischio desertificazione umana e industriale, dove si continua a emigrare (116 mila abitanti nel solo 2013), non fare figli (continuano nel 2013 a esserci più morti che nati), e  impoverirsi (+40% di famiglie povere nell’ultimo anno preso in considerazione dal rapporto) perché manca il lavoro.

Le conseguenze di questo disastro sono facilemente intuibili: povertà che cresce a ritmi che non avevamo mai visto. Secondo i dati dell'istituto è poverissimo il 28% delle famiglie abruzzesi e pugliesi, il 29% delle molisane, il 31% delle calabresi, il 34% delle lucane, il 35,7% delle campane e addirittura il 41,7% delle siciliane. A esporre alla povertà individui e famiglie concorrono sia la disoccupazione che i familiari a carico. Nel 2012 il 57% delle famiglie meridionali è monoreddito, con punte del 59% in Campania e del 63,3% in Sicilia. Il 16,4% delle famiglie (con punte del 19,8% in Basilicata) ha un disoccupato in casa, il doppio del Centro-Nord (8,6%). Il 14,7% delle famiglie meridionali ha inoltre tre o più familiari a carico, più del doppio del Centro-Nord (5,9%), che arrivano in Campania al 19,8%.  

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