Campobasso - Con l'avvicinarsi di venerdì quando il disegno di legge sulla Giustizia approderà in parlamento si moltiplicano le prese di posizione, di partiti, associazioni e singoli esponenti politici per evitare la soppressione della Corte d'Appello di Campobasso, che tra l'altro è l'unica presente in regione.
A questo proposito l'Europarlamentare di Forza Italia Aldo Patriciello, si schiera decisamente contro la ipotetica soppressione e in un comunicato ne spiega i motivi: "La riorganizzazione territoriale della giustizia non può prescindere da considerazioni che tengano in debito conto delle valutazioni sociali, storiche ed economiche che furono alla base della decisione di istituire la Corte d’Appello di Campobasso agli inizi degli anni ottanta. Se è vero quanto riportato dalla relazione della seconda Commissione del Senato sopra riportata appare evidente quanto l’iniziativa del governo sia dunque il primo passo verso la soppressione de facto dell’autonomia regionale del Molise: la spending review non può essere portata avanti sulla pelle dei cittadini.
È bene chiarire che non si tratta della solita levata di scudi a difesa di interessi campanilistici o di una categoria, quella degli avvocati, certamente penalizzata da una decisione di tal genere. Si tratta semplicemente di considerare le ragioni che rendono impensabile la soppressione della Corte d’Appello, e di conseguenza della Procura generale, in una Regione già pesantemente penalizzata dalla mancanza di una adeguata rete autostradale e ferroviaria tale da poter sopperire con facilità ai disagi che verosimilmente si verranno a creare per i cittadini molisani. Non è pensabile effettuare tagli di tal genere equiparando regioni e territori completamente diversi tra loro. Il Molise non ha gli aeroporti dell’Emilia, né l’alta velocità del Lazio, né tantomeno le autostrade della Lombardia: è necessaria una riorganizzazione a geometria variabile se non si vuole mettere l’autonomia regionale in libertà vigilata, violando quindi il dettato costituzionale. La carenza infrastrutturale è solo un aspetto, seppur importante, di un problema più ampio. I costi sociali e politici cui i cittadini saranno sottoposti sono altrettanto insostenibili.
Il ddl Orlando non è dunque un mero riassetto organizzativo e territoriale della giustizia quanto piuttosto il primo passo per un graduale svuotamento delle prerogative delle istituzioni regionali, un’azione di un Governo forte con i deboli e debole con i forti. Non si spiega altrimenti perché mai altre regioni ed altre città, come Potenza, siano riuscite ad evitare la sorte a cui sembra invece essere destinata la Corte d’Appello di Campobasso, evidentemente anche grazie ai buoni uffici del PD locale, pienamente addentro alle dinamiche ministeriali e governative. Mi auguro tuttavia che vi sia ancora un margine per poter aprire un tavolo di confronto tra i rappresentanti delle istituzioni regionali ed il governo in cui vi sia spazio per far valere le ragioni e gli interessi dei molisani.”